La chiamavamo Terra Santa di Alda Merini. Un viaggio profondo e appassionante tra i diari e la poesia di Alda Merini, in scena al Teatro Porta Portese di Roma dal 6 all’8 dicembre.
La chiamavamo Terra Santa è un progetto teatrale che debutta in prima nazionale al Teatro Porta Portese di Roma dal 6 all’8 dicembre, con repliche fino all’8 dicembre.
Firmato da Alessandro Fea e Stella Novari, lo spettacolo La chiamavamo Terra Santa offre un’esperienza artistica unica, intrecciando parole, musica e poesia per raccontare l’anima di Alda Merini.
Inoltre questa produzione porta il pubblico in un viaggio profondo e appassionato, esplorando la psiche complessa e l’intensità della poetessa.
Poetessa le cui opere riflettono la lotta tra follia, dolore e straordinaria vitalità.
Attraverso i diari di Alda Merini
Il progetto rivela la sua esperienza nei manicomi, un tema centrale che svela la fragilità e la forza che la poetessa ha vissuto.
Merini ha trascorso un periodo significativo della sua vita in cliniche psichiatriche, iniziando con il ricovero a soli 16 anni nella clinica Villa Turro di Milano.
Un’intensa esperienza che le ha permesso di comprendere la complessità del dolore e la capacità dell’animo umano di trasformarlo in creatività e poesia.
I suoi scritti sono una testimonianza di resistenza e speranza, affrontando temi come l’amore, la sofferenza e l’ironia, che diventano una narrazione intensa e affascinante in questo spettacolo.
Il titolo dello spettacolo
“La chiamavamo Terra Santa”, fa riferimento a uno dei passaggi più significativi dei diari di Merini.
La poetessa descriveva il manicomio come un luogo crudele ma quasi sacro, dove la mente malata non era più tormentata.
La sua definizione di “Terra Santa” sottolineava la dualità di quell’ambiente: un paradiso promesso dove la sofferenza poteva trasformarsi in estasi.
Inoltre questo contrasto tra la crudezza e la sacralità è al cuore dello spettacolo
Spettacolo che presenta un alternarsi di momenti drammatici e di luce, un riflesso della complessità dell’esperienza umana.
La performance è interpretata da Stella Novari
La cui voce e presenza scenica guidano lo spettatore attraverso la narrazione di Merini.
Ad accompagnarla ci sono le sonorizzazioni curate da Alessandro Fea, che aggiungono un ulteriore strato emotivo e poetico alla rappresentazione.
La musica e i silenzi significativi rendono ancora più potente il racconto intimo e profondo, evocando immagini di dolore, lotta e resistenza.
La combinazione di testo, suoni e gesti restituisce un’esperienza immersiva, che non solo racconta la vita di Merini ma la fa vivere al pubblico.
Il significato di questo progetto
Risiede nella sua capacità di unire teatro, musica e poesia per rendere omaggio alla figura di Alda Merini
Una delle voci più emblematiche della letteratura italiana del Novecento.
Nonostante il tema doloroso, la produzione vuole trasmettere la resilienza e la straordinaria capacità umana di trovare la forza per sopravvivere e creare.
Il pubblico è chiamato a riflettere sulla bellezza e la durezza della vita, e sulla forza che nasce nella vulnerabilità.
La storia di Merini
Non può essere separata dalla riforma psichiatrica italiana, la Legge Basaglia, che nel 1978 ha sancito la chiusura dei manicomi e ha rivoluzionato la psichiatria in Italia.
Questa legge ha permesso di superare la visione della malattia mentale come una condanna.
Inoltre ha introdotto il concetto di cura territoriale e inclusione sociale, cambiando per sempre il modo di trattare la sofferenza mentale.
La vita di Alda Merini è quindi anche un simbolo della lotta per i diritti e la dignità delle persone con disturbi mentali, un messaggio che la performance vuole enfatizzare.
Le informazioni dello spettacolo sono
Il debutto al Teatro Porta Portese, situato in Via Portuense 102, Roma, il 6 e 7 dicembre alle ore 21.00 e l’8 dicembre alle ore 18.00.
Il biglietto costa €10, con un supplemento di €2 per la tessera associativa.
Le prenotazioni possono essere effettuate chiamando i numeri 06.5812395 o 320.7279212.
Per ulteriori informazioni, contattare l’ufficio stampa di Rossana Tosto al +39 333.4044306 o via email all’indirizzo redazione@rossanatosto.com.
“La chiamavamo Terra Santa”
Inoltre un’occasione imperdibile per immergersi nella vita e nell’opera di una donna straordinaria, capace di trasformare la sofferenza in un’arte potente e universale.