Nel cuore della Città Eterna, il 21 aprile 2025, Roma si fa teatro e leggenda. Una città che canta tra suoni popolari, lezioni pubbliche e fuochi sacri.
Un respiro lungo millenni: la città si risveglia. Una città che canta
Quando l’aria del 21 aprile porta con sé gli echi antichi della fondazione, Roma non festeggia: Roma si racconta, Una città che canta si trasforma, si rivela.
Dal primo pomeriggio sino alla sera, il Colle Capitolino non sarà solo un luogo, ma un sogno condiviso, un teatro a cielo aperto.
E tutto comincerà alle 15, con passi lenti e occhi pieni, nel cuore pulsante dell’Urbe, tra i giardini, le pietre e la gente.
Dove la storia danza tra le voci
Performance poetiche e teatrali si intrecceranno con le voci bambine e i silenzi densi dei musei, che per un giorno saranno gratuiti.
I Musei Capitolini, appoggiati sul dorso del Tempio di Giove, offriranno non solo arte, ma radici profonde e vertigini temporali.
Mentre i residenti di Roma saranno i primi destinatari di questa magia, la città si apre, come una madre antica che chiama i suoi figli.

Tra musica e pietra: il canto del Muro. Una città che canta
A chiudere il cerchio, alle 20.45, l’energia viscerale de Il Muro del Canto, che in Piazza del Campidoglio incendierà l’anima.
La voce di Daniele Coccia Paifelman solleverà la notte, mentre le note di Ciao core o L’amore mio non more scuoteranno le ossa.
Sarà un ritorno alla terra, alla voce collettiva di una città che ama struggersi e danzare nello stesso battito.
La città dei bambini, dei sogni e del fuoco
Una città che canta. Non c’è festa se non accoglie il gioco, e così Piccola Roma! fiorirà tra cacce al tesoro e creature di cartapesta.
Nei giardini di Sisto IV, i più piccoli saranno protagonisti di storie, magie e spettacoli clowneschi, tra arte e risate.
Alle 18.00, la compagnia Endaxi chiuderà il segmento con Alla ricerca dell’applauso perfetto, omaggio dolce alla meraviglia.
E sulle curve del colle… una tela si apre Una città che canta
A metà pomeriggio, salendo da Via Monte Tarpeo, i visitatori scopriranno Roma Dipinta, creazione dal vivo di Emanuela Sandu e Costanza Lettieri.
Un’opera viva, un quadro in divenire che sussurra ai passanti: guarda come ti ho vista, guarda come ti amo.
Qui l’arte non è finita, è processo, è dichiarazione d’amore pubblica, nel vento e nella polvere.
Versi che si fanno carne
In Via del Tempio di Giove, il progetto Le parole di Roma trasformerà le frasi in carezze e fendenti, tra ironia e malinconia.
Er Pinto, Johnny Palomba, Josafat Vagni e Leonardo Bocci daranno voce alle pieghe della città invisibile ma reale.
Una Roma che grida, ride e si commuove davanti ai propri eccessi, mai stanca di riscriversi nella propria lingua. Una città che canta

Giardini, imperatori e Gabriella Ferri
Nel Belvedere di Piazzale Caffarelli, a dominare la scena saranno i grandi spiriti della romanità passata.
Da Giuseppe Gioachino Belli a Ettore Petrolini, da Trilussa agli imperatori, fino al canto struggente di Gabriella Ferri.
Tra attori e musicisti, il tempo sarà abolito: solo emozioni, solo voci che tornano, solo storie che bruciano di nuovo.
Roma 2.0: la città che verrà Una città che canta
Ma non solo il passato sarà in scena: con il progetto Roma 2.0, dieci artisti re-immagineranno l’identità visiva della città.
Visioni, sogni grafici, linee che si piegano alla memoria ma guardano oltre, a ciò che ancora non sappiamo essere.
Perché Roma è anche futuro, e questo futuro ha bisogno di bellezza e coraggio, ha bisogno di chi la sa disegnare.
Quando la cultura indossa scarpe da ginnastica
Il Giardino di Villa Caffarelli diventerà culla di teatro e suono con Ruma, Trops e Le Romane: tre atti, tre modi di vivere.
Lavinia Mancusi canta Roma col tamburo del cuore, Matteo Cirillo e compagnia svelano gli eroi sportivi, Raffaella Misiti e le sue musiciste evocano.
Tra fisarmoniche e versi, tra Pier Paolo Pasolini e Nino Rota, il pomeriggio scorrerà come un vino rosso, forte e dolce.

L’ultima risata, l’ultima nota, l’ultimo fuoco
Il segmento Quanto sei bella Roma, tra varietà e tip tap, porterà il sorriso sul volto di chi, forse, non voleva sorridere. Una città che canta
Agnese Valle, Stornell’attori, Danilo Muscarà, il Quartetto Festa di Roma: nomi che punteranno dritto all’anima.
E per chi resterà fino all’ultimo rintocco, lo spettacolo Il Fuoco cammina con me brucerà la notte con fuoco, danza e mistero.
Una città che si ama solo se si ascolta
A chi verrà, Roma dirà: “Guarda come sono antica e nuova, guarda come ancora sogno, guarda come mi celebri e non mi possiedi.”
Perché questa Festa di Roma non è solo un compleanno, ma un rituale urbano che si rinnova, e si moltiplica in ogni sguardo.
Una città che canta. Così, con versi, con fuoco, con giochi e silenzi, la Città Eterna si racconterà ancora. A chi vorrà, a chi saprà ascoltarla.