Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”. Recensione del libro a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

“La storia della ricchezza. L’avvento dell’Homo Habens e la scoperta dell’abbondanza” scritto da Maurizio Sgroi per la Diarkos. Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”, 415 pagine ricche di dettagli e storia. In vendita in tutte le librerie italiane per 22,00 euro.

In quarta di copertina si legge: “La ricchezza è una delle manifestazioni della rivoluzione che ci ha condotto dal governo di pochi a quello di molti.

Anzi: la ricchezza stessa è l’esito di questa rivoluzione.

Una rivoluzione permanente”. Maurizio Sgroi è un poligrafo, ha lavorato nei giornali, sviluppato progetti editoriali e di comunicazione, scritto libri.

Ha fondato e gestisce il sito TheWalkingDebt.org, punto di riferimento per appassionati di storie socio-economiche, con uno stile che predilige la narrazione, la divulgazione e il rigore informativo.

Ha scritto, fra gli altri, per Econopoly del “Sole 24 ore”, “Il Foglio”, “Aspenia”, “Aspenia On line” e “Linkiesta”.

Sul sito ufficiale della Diarkos si legge: “La nostra società è ossessionata dai debiti.

La riflessione senza tempo – economica, sociologica, religiosa – su questo aspetto tuttavia appare monca perché non concentra uguale attenzione alla sua controparte naturale: il credito.

Se la storia del debito è la storia della miseria, infatti, il credito racconta la storia della ricchezza.

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.
Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.

I sentimenti ambivalenti nutriti dall’Occidente per la ricchezza, che alimentano la critica sociale, hanno condotto i poveri sul palcoscenico della storia.

Perciò il Debito è diventato protagonista.

Ai ricchi è stata riservata un’invidia silenziosa, quando non un’esecrazione, certo non una storia.

Per questo si glissa sul Credito.

Il libro racconta come dalla società della miseria, dove governavano solo i ricchi, siamo passati alla società della ricchezza, dove governano anche i ricchi, ma non più da soli.

Quindi come la tirannide si sia trasformata nella democrazia.

Un’evoluzione sorprendente della nostra società, però non scevra da rischi e pericoli: la crescita disordinata del credito può facilmente generare l’autodistruzione della ricchezza.

E quindi diminuire la nostra libertà”.

Questo è un libro di storia. Quindi parla del presente e della sua ossessione per il debito mentre prova a spiegare il passato e immaginare un futuro nel quale la bilancia della giustizia sociale sia effettivamente in parità. Ci siamo già?

Ci arriveremo? Punti di vista.

La verità di partenza per i ragionamenti dell’autore è addirittura lapalissiana: non può esistere un debitore senza un creditore.

E, a corollario: un debitore è quasi sempre anche creditore di qualcun altro.

Questa situazione va letta, tuttavia, tenendo conto di un incontrovertibile fatto: i nostri debiti hanno raggiunto un massimo storico.

Quindi lo stesso vale per i crediti.

A fare i conti con la realtà, quella vera e dura, ci pensa l’ultima rilevazione Istat sulla povertà, da cui emerge che il 17 per cento delle famiglie, 922 mila nel nostro paese, vive in povertà assoluta (Istat, 2021).

E quindi in condizioni mai più lontane dal concetto di “ricchezza”.

Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.
Maurizio Sgroi “Cara, maledetta ricchezza”.

Ma per capire e spiegare il fenomeno – ci dice Sgroi – bisogna guardarlo da molti punti di vista; dalla storiella del pollo di Trilussa, che dimostra in poche parole l’errato uso delle medie “semplici”, fino al grande convitato di pietra della società contemporanea: la diseguaglianza.

Le cronache quotidiane – che alla fine si somigliano tutte e servono poco a svelare l’enigma della ricchezza – non ci dicono che questa storia parte da lontano.

Per capirci qualcosa, allora, conviene riavvolgere il nastro, tornare là dove tutto è cominciato.

Questo libro è uno strumento utile soprattutto perché ci aiuta ad aprire gli occhi su quanto stiamo realmente vivendo nel 2023.

E su cosa dobbiamo aspettarci – e abbiamo il diritto di pretendere – dal prossimo futuro.

La società nella quale viviamo è sempre più connessa e stretta tra speranze e timori per quello che ci aspetta: sono in molti a sentirsi sballottati, quasi che le condizioni economiche globali siano in qualche modo una realtà superiore a noi dalla quale dipende il nostro domani ma sulla quale non possiamo intervenire in nessun modo.

E invece lo strumento della conoscenza – e quindi della comprensione – dei fenomeni è quello di cui abbiamo bisogno per prendere in mano il nostro futuro.

A questo servono saggi come quello di Sgroi al quale va, insieme a Diarkos, il nostro grazie per aver affrontato un tema così centrale e importante per ogni aspetto della nostra società.

https://www.diarkos.it/index.php?r=catalog%2Fview&id=205

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